Non solo lustrini e bellezza, dietro l’apparenza frivola dell’ambiente MODA si cela un mondo faticoso fatto di persone qualificate.
Dallo schizzo al disegno alla sfilata all’esposizione in vetrina, dietro i fari spenti dei riflettori ci sono professioni e figure professionali che compongono il Fashion System.
Si pensi ai creatori di un Brand, ai loro assistenti economisti per le registrazioni e le scritture contabili.
Ai creatori di slogan per una comunicazione sempre agguerrita.
Si pensi ai designer, forse i primi della filiera, che con i loro schizzi e poi disegni danno avvio a un’idea che si deve realizzare, pensano ai tessuti da utilizzare. Si pensi agli oggetti di cartoleria che usano.
Si pensi ai lavoranti delle tessiture, aziende di filati a sperimentare nuove torciture, nuovi intrecci, nuove trame che saranno tessuti e poi capi da indossare. Ai creatori di nuovi macchinari adatti allo scopo. Ai chimici esperti di coloriture a provare coloranti atossici e resistenti, ai lanifici cotonifici e seterie quasi scomparsi in Italia che useranno i nuovi colori. Ai bottonifici e ai lavoranti del merletto e delle passamanerie. Si pensi ai sarti e alle sarte, ai ditali, spolette di cotone, rotoli per imbastire, spilli e centimetri.
Si pensi agli organizzatori delle sfilate, a chi si occupa di pubbliche relazioni e decide gli inviti e gli eventi, agli scenografi, elettricisti, tecnici del suono, fotografi, giornalisti, agli addetti alle pulizie.
Si pensi alle associazioni che lavorano per coordinare e promuovere lo sviluppo degli eventi.
Ai registi che lavorano alla realizzazione di spot pubblicitari e filmati da mettere on-line.
E prima ancora alle modelle, ai parrucchieri, agli esperti di make-up, a chi fabbrica le scarpe e le borse e le cinture, i gioielli e gli accessori tutti per vestire e mandare in passerella il sogno della prossima stagione.
Ai profumi e profumieri ad inebriare e alimentare il sogno.
A tutto ciò che ruota intorno ai viaggi e soggiorno di queste persone.
Agli show-room da fittare e allestire per ricevere i buyer, i compratori, che dal loro giudizio e da quello dei giornalisti esperti di moda si arriva a decidere cosa mettere in produzione per le vendite.
Si pensi alle aziende produttrici di abbigliamento con i loro macchinari all’avanguardia, gli immensi spazi destinati a sala taglio e i computer che programmati da programmatori fanno il lavoro che prima era di uomini. Alle grandi sale per assemblare i tessuti tagliati o quelli smacchinati se maglierie, ai lavoranti di queste fabbriche, alle stiratrici. A chi piega e mette in busta, alle fabbriche di cellophane che sono i copriabiti o buste per le maglie. Ai fabbricanti di etichette e rotoli per la composozione e dei cartellini. E ai fabbricanti di foderami e di trapunte, tele e piume per le imbottiture.
Si pensi agli esperti di mercato che decidono o suggeriscono dove collocare il prodotto e le aperture di nuovi punti vendita.
Ai trasportatori, in Italia quasi tutti su ruote, per la distribuzione e la consegna dei capi.
Alle tante fiere e agli eventi che si allestiscono per promuovere i prodotti, alle pagine dei giornali da pagare per la pubblicità, ai contratti televisivi per vestire i vip e per mandare gli spot griffati.
Si pensi ai fotografi dello street style, quei giovani in giro per il mondo a catturare e fissare originalità e stile personale.
Si pensi ai venditori, ai rappresentanti, ai loro spazi per i campionari, ai loro assistenti e segretari.
A chi si occupa di arredo negozi e ai vetrinisti,
E poi noi negozianti e i nostri collaboratori e lavoranti, i bravissimi pazienti e accoglienti commessi.
E infine voi, gli acquirenti. Ultimi ma i più influenti.
Perchè proclamate il successo del Pret-a-Porter, della moda portabile.
Ultimi in assoluto sono gli stilisti emergenti, i ragazzi e ragazze del mondo e di più dell’area BRIC ( Brasile-Russia-India-Cina ) appassionati di disegno e moda che ancora non hanno trovato il loro spazio in un ambiente che elogia solo e sempre i grandi.
Ma voglio credere che il talento se c’è emerge, se non c’è si confonde con nient’altro o il gia visto.
Auguro a tutti di continuare a sostenere un pilastro e un vanto dell’economia Italiana: LA MODA.
(Delle sue cattive abitudini parleremo prossimamente)
Teresa d.