L’ABITO FA IL MONACO?…

SI! Se vedi uno con il saio pensi che fa il monaco.

NO! Il finto monaco potrebbe aver rubato il saio.

L’ennesimo libro sull’argomento scritto da Alberta Marzotto, e che non ho  letto, mi ha spinto a farvi la domanda del sondaggio. E il risultato è stato un perfetto pareggio: così è se ti pare!

Proprio così, la realtà non è oggettiva. Tutti vedono quello che sembri e pochi sentono quello che sei. E se, come Vitangelo Moscarda in “Uno nessuno centomila”, ci chiediamo come gli altri ci vedono vestiti in quel modo, dobbiamo sapere che diamo immagine di tante personalità diverse a seconda delle occasioni perchè la prima cosa che facciamo è valorizzare il nostro lato esteriore che è il primo a essere percepito. Quindi “impariamo” a vestire in maniera adeguata in ogni situazione della vita. Ecco che l’abito diventa comunicazione. Comunichiamo tanto di noi con “quel vestito addosso in quel momento”.

Mica hai una seconda possibilità per fare una buona prima impressione? E la prima impressione che si ha di noi si basa non su quello che diciamo, ma da come ci vestiamo. L’abito fa il manager, il meccanico, il prete, la cameriera, l’infermiera, il medico, l’hippy, i cosplay… L’abito parla di noi più di quanto pensiamo. Parla di epoca e civiltà, di appartenenza a un gruppo e di società. Poi, ci sono le cose che diciamo, i gesti, il garbo, le movenze , il gusto di ognuno, che apportano altro significato alla nostra immagine e formano la nostra vera personalità.

“Vesti male e tutti noteranno il vestito, vesti bene e tutti noteranno la persona”.

Come fare a non inciampare e non soltanto per colpa dei tacchi? Prima o poi parlerò del DRESS-CODE… (abbigliamento consigliato)

Teresa d.

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