A FIRENZE C’E’ PITTI UOMO – MA PER ORA SOLO POLEMICHE

Da ieri 11 gennaio e fino al 14 a Fortezza da Basso c’è Pitti Immagine Uomo. Quattro giorni di esposizione per ricevere il maggior numero di buyer ( compratori ) possibili. Oltre 1000 aziende in mostra e molte dall’estero ci dicono delle tendenze moda-uomo per il prossimo inverno. Come ogni anno si parla di materiali innovativi all’avanguardia per rendere i capi invernali più antifreddo e antipioggia che mai. Tessuti tecnici e lane impermeabilizzate per realizzare capi casual, stoffe usate nella vela o quelle a prova di resistenza degli indumenti dell’esercito americano. Giacche e piumini accesioriati con panno pulisci occhiali e tasche sempre più portatutto. Sempre presente il classico dal gusto raffinato è irrinunciabile con abiti stile “ANTER”, appena rivisitati nella linea, sono i senza tempo.

PITTI UOMO è sempre stata un’ottima vetrina anche per gli accessori. Per i 150 anni dell’Unità d’Italia Alexander ha presentato un modello di camperos chiamati gli stivali Garibaldi in onore all’eroe che tanto fece per la nazione. Molto trandy anche la scarpa Toki. E per stupire la cravatta realizzata in oro. Eccentricità da nababbi ovviamente. Ma la moda propone e i consumatori decidono…

Per ora sono le polemiche, tra calendari e crocifissi,  a fare notizia. L’esagerazione nella comunicazione che come sempre ottiene l’effetto sperato di farsi notare questa volta è nelle immagini di simboli religiosi come un cartellone del Cristo elegantemente vestito. Un’altro Cristo in croce reca la scritta DSMY, Dio Salvi il Made in Italy, e la frase: “Perdona loro che non sanno quello che indossano”. Poco originale in tempi di globalizzazione se si vuole spronare a ogni costo a vestire italiano. Ma è Oliviero Toscani a suscitare stupore con i suoi 12 pubi femminili al naturale raccolti in un calendario (ho visto una foto e a me sembra un pube con posticcio riccioluto, con cerette che fanno guerra alla più invisibile peluria e i mini costumi da indossare…)  e che ci devono ricordare la “Vera Pelle Italiana”.  (mai sentito di capi o accessori in pelle umana, e solo di donna… Forse ai tempi dei riti sacrificali ogni parte del corpo martorito serviva a qualcosa pur di compiacere gli Dei, ma ne abbiamo fatto di strada…)

Sempre più disposti a tutto per ottenere tutto siamo incapaci di rendere la pubblicità una comunicazione garbata.

Teresa d.

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