Archive for April 29, 2011
MA QUANTO SONO BELLI WILLIAM E KATE SPOSI!
April 29, 2011Il Duca e la Duchessa di Cambridge! E lei aveva la tiara, che favola.
Momento di richiamo patriottico, festa nazionale per gli inglesi, tutti in strada per partecipare con grande spirito collettivo al grande evento che fa sognare e che è stato definito dalla Regina “strabiliante”. Un pò eccessivo come termine per definire una cerimonia nuziale celebrata nella sacralità di un’Abbazia. Io direi favoloso, protocollo rispettato, sobrietà negli atteggiamenti e pochi errori. Come quello del Principe consorte che nemmeno si è girato a dare una mano alla moglie che scendeva dall’auto, un lume rosso all’altezza del coro che era posizionato con la ventolina girata dal lato della cucitura e i platani in chiesa che avrei evitato con tutto il verde dei bellissimi parchi che hanno attraversato.
Ma quello che vorrei sottolineare è stata la semplicità degli abiti dai colori pastello, lunghezze al ginocchio, linee pulite, tessuti importanti come il raso di seta, il satin e lo shantung di seta, che io trovo perfetti per un matrimonio di mattina. E i tanti bizzarri cappelli delle signore.
Intanto la sposa: superbamente bella, sicura, determinata, luminosa e radiosa nello sguardo. Ha scelto il suo abito per la vita di uno stile classico e raffinato. Pizzo super-femminile per il corpetto solo un po troppo chiuso di scollatura secondo i mei gusti. Io avrei suggerito un’apertura più ampia sulle spalle. Il sotto svasato e ricamato al fondo mi ha riportato ai preziosi tessuti orientali della via della seta. Strascico di giusta lunghezza e velo corto. Kate lo sa cke la moda passa, lo stile resta! E poi… la tiara. Quanti sospiri a guardare quella corona di diamanti che solo poche elette al mondo sono chiamate a indossare. Kate era bella di una bellezza senza tempo. Pare si fosse ispirata al desiderio di lasciare alla storia un’immagine di sè di una classe eterna. E pare che William le abbia detto: ti amo, sei bellissima. Proprio come un qualunque uomo innamorato della sua donna. Proprio quelle parole che sono le più semplici e le più difficili da pronunciare.
Perfetta anche la sorella della sposa, Philippa, un ruolo di damigella e un abito avorio di linea dritta e dallo scollo morbido. Elegantissima!
Non si è smentita la Regina e ha osato un colore pittoresco e solare, il giallo con accessori panna.
Era proprio deliziosa simpatica e felice.
La mamma di lei molto sobria con abitino e cappottino color ghiaccio o grigio perla. Perfetto il papà in tait con cravatta bordò tenuta da uno spillone. Di Camilla non ho apprezzato il soprabito in due colori con taglio basso e pieghettato sui fianchi. Le dava un’andatura voluminosa.
Assolutamente fuori luogo le cugine di William, le figlie di Sara e Andrea. Una in azzurro di linea un pò troppo pomposo per la mattina e l’altra di un colore di pallido beige rosato con colletto ricamato da scolara. Ma il tocco di orrendo era dato dai cappellini, due autentiche sculture aeree.
Ma l’Inghilterra è anche “cappelli” e le signore inglesi hanno un’autentica passione per i cappelli che sanno indossare nelle occasioni più svariate. E molti di quelli esibiti al matrimonio reale hanno contraddetto ogni legge della fisica. Alcuni poggiati sopra la fronte, altri di lato alla chioma, altri come antenne paraboliche o paralumi e tanti come rami di alberi, qualcuno come un giardino fiorito. Molto british ma anche tanto orrendi,
Pochi gli abiti fantasia nonostante la fantasia, floreale soprattutto, sia tanto di moda. Le signore hanno preferito la tinta unita più rassicurante e certamente più elegante. Le Middleton hanno vinto in stile affermando la bellezza della semplicità. La famiglia reale non ha resistito a esibire colori sgargianti e modelli esagerati.
Buon gusto e classe anche dai reali di Monaco e di Spagna. Da prendere come esempio per chi ama indossare abiti complicati e troppo arricchiti alle cerimonie che si svolgono di mattina.
Anche il Vescovo di Londra ci ha fatto sognare ricordando come ogni matrimonio è un matrimonio reale con gli sposi che sono il Re e la Regina della creazione. E per sempre il sogno resterà nella storia con la fantastica Kate con la mano sventolata ai genuini saluti e l’altra stretta al suo bouquet di fiori bianchi che non ha mollato nel desiderio di sentirsi più a lungo che mai solo lei, “LA SPOSA”!
Una favola vera e speriamo che duri.
Teresa d.
WILLIAM E KATE – MATRIMONIO “REALE”
April 27, 2011Con stile italiano di “Inglese”!
Il venerdì 29 aprile 2011 l’appuntamento dei londinesi e del mondo dei curiosi è a Westminster Abbey, 2.200 posti e nemmeno uno sarà libero. Il “timing” della giornata preciso al centesimo di secondo, assicurano i cerimonieri di corte. L’erede al trono, secondo in successione dopo il padre Carlo, porterà all’altare la sua fidanzata borghese, una donna del popolo, una “commoner” che diventerà Principessa. Tutto si può, anche la scalata alla corona, non c’è rango, protocollo o sangue blu che tenga di fronte all’amore e alla determinazione. Da mesi circolano indiscrezioni e anticipazioni sulle nozze reali dell’anno tra il Principe William Arthur Philip Louis Mountbatten Windsdor e Catherine Middleton. In Gran Bretagna è asplosa la wedding mania, tutta l’Inghilterra e non solo parla dell’organizzazione, del percorso reale, degli inviti e dei regali.
Ci si chiede se Kate indosserà la Spencer Tiara o la Cambridge Gold Lover’s Knot Tiara, se un’altra Tiara o niente Tiara per lei. Se sarà l’oro del Galles della ditta Royal Clogau Gold di Bontddu a formare le fedi nuziali, quello di una miniera in particolare che pare sia estremamente raro per la sua sfumatura rosata. Chi è lo stilista che ha firmato l’abito da sposa, se Sophie Cranston una stilista inglese che lavora in Spagna con il marchio Libelula, se Sharah Burton per Alexander McQeen oppure Carine Roitfeld ex capo di Vogue Francia. Nomi importanti nell’ambiente del fashion ma destinati a immediata popolarità se scelti per l’abito più atteso del pianeta.
Kate ha già mostrato il suo interesse per il mondo della moda, ha lavorato come buyer di accessori per Jigsaw, una catena di negozi di abbigliamento, e le era stato offerto di fare la P.R. per Tom Ford. Ha un look elegante e mai eccessivo, sobrio e molto bon-ton. E il principe William rompendo il rigido protocollo di corte che vuole che gli abiti reali siano pensati e realizzati in patria, indosserà una camicia di sartoria italiana di Mr. Inglese. Un nome, un destino!
Angelo Inglese, uno stilista italiano con laboratorio artigianale a Ginosa in provincia di Taranto, gia veste importanti uomini politici internazionali. Pare che le camicie del sarto nostrano siano state regalate al Principe William da amici in vacanza in Puglia, e pare che la vestibilità slim tanto in voga in Italia, sia molto piaciuta al giovane che ha espresso il desiderio di averne una per le nozze che indosserà dopo la cerimonia in divisa militare. Indiscrezioni dicono che sarà realizzata in piquet per la pettorina e il resto in popeline, Avrà l’abbononatura nascosta e il bottone gioiello, quello visibile. Asole ricamate a mano con filo di scozia, collo diplomatico semirigido e lista di collo più alta che slancia di più.
Non ci resta che attendere di vedere questo capolavoro di artigianalità italiana che ci rende orgogliosi. La scenografia dei passanti londinesi spettatori della cerimonia che si vestiranno in maniera appropriata farà da contorno a un evento mondano destinato a passare nella storia della monarchia inglese. Chissà se nelle boutique di Bond Street, la via dello shopping più esclusivo della capitale britannica, le vendite sono alle stelle. Intanto fa sognare il matrimonio da favola del principe che si sposa per amore, non per stirpe, casato o appartenenza, ma per amore, solo per amore. AUGURI!
Noi siamo pronti ad ammirare le teste coronate e i vip che hanno ricevuto il personale e motivato invito, per giudicare se sapranno esaltare il buon gusto e l’eleganza oppure se il lusso ad ogni costo li renderà pacchiani. E… ammireremo pure l’ennesimo passo indietro del Principe consorte della Regina Elisabetta.
Teresa d.
25 APRILE 1945 – LA RESISTENZA – LA LIBERAZIONE – 66° ANNIVERSARIO
April 25, 2011E come sempre, commemorazioni ma anche polemiche.
Diffficile raccontare la storia senza presentazioni ideologiche, difficile ammettere errori e responsabilità, difficile capire che si può essere uniti da un comune sentire di urgente bisogno di libertà. Il 25 aprile del 1945 ci ricorda che si poteva essere tante cose insieme perchè è stata l’immensa vittoria di persone di diverso orientamento politico. C’erano i liberali, i socialisti, i monarchici, i comunisti, i cattolici, i militari, gli anarchici che hanno combattuto insieme per riconquistare la libertà per tutti. Un esercito senza equipaggiamento, giovani uomini volontari che partivano senza nemmeno sapere a cosa andavano incontro. Scarpe inadatte visto il territorio di montagna impervio e accidentato dove erano costretti a operare. Provvedevano personalmente al loro vestiario: semplici giacche borghesi ornate di fazzoletti di vari colori esibito come segno distintivo. Coccarde tricolori anche appuntate alle giacche. Pantaloni tenuti da cinturoni e filo di spago. Berretti militari o di lana o cappelli pirateschi. A volte eccentrici giubbotti di pelliccia. I tanti colori che dipingevano l’esercito partigiano lo facevano assomigliare a un arlecchino, privo di una divisa ma molto colorato. Celebrare l’Anniversario della Liberazione dell’Italia dall’oppressione nazi-fascista vuol dire stringersi attorno a questi Italiani della nostra storia che con coraggio e enormi sacrifici hanno combattuto uniti.
Era giunta l’ora di resistere, di essere uomini, di morire da uomini per vivere da uomini.
Ovunque è sepolto un corpo caduto in nome di nobili ideali sarà il mio pensiero, la mia riconoscenza, la mia preghiera.
Teresa d.
BUONA PASQUA!
April 21, 2011Quaresima – Tempo di Passione – Settimana Santa – Triduo Pasquale – Pasqua.
TUTTO DEDICATO ALLA VITA DI GESU’ QUESTO TEMPO LITURGICO PENITENZIALE.
In tutte le chiese del mondo cristiano si celebrano con solennità i giorni che ricordano la passione morte e resurrezione del Cristo.
Uomo realmente esistito, morto per indicibili torture pur avendo la possibilità di trattare, di negare, di mentire come sanno fare i politicanti nostrani. Gesù ha messo in pratica e insegnato l’onestà e la giustizia, la fratellanza e la pace, paroloni incomprensibili per la maggioranza degli uomini.
Pasqua significa “passaggio”. Passaggio dalla morte alla vita per il Cristo Risorto e passaggio dalla morte spirituale alla rinascita nella fede per noi umani. Credenti o meno che siamo, visto che usiamo scambiare gli auguri di Buona Pasqua, mi permetto un invito alla sobrietà e alla contemplazione in questi giorni detti della Settimana Santa. Tempo dedicato alla preghiera e alla carità. Giorni di penitenza, di astinenza e di rinuncia, digiuno limitato solo al venerdì santo. Ovviamente come per ogni occasione importante decorazioni e regali sono la parte ludica della festa e il mondo del commercio propone novità e tendenze per rendere ornamentali e gustosi i giorni dedicati.
Simbolo per eccellenza della Pasqua sono le uova di Pasqua. L’uovo, da sempre considerato simbolo della vita e del mistero, simbolo della vittoria sulla vita, rappresenta la Pasqua nel mondo e nell’antichità si credeva che il cielo e la terra fossero due metà dello stesso uovo. Ha antiche origini l’usanza di scambiarsi le uova, quelle vere, tinte e decorate, durante le feste dedicate alla natura. Con l’avvento del Cristianesimo non sono solo più simbolo di rinascita della natura ma anche della Resurrezione di Cristo, cioè dell’uomo. La tradizione del classico uovo di cioccolato è l’evoluzione dei tempi.
Le uova più famose? Sono quelle del maestro orafo Peter Carl Fabergè , che nel 1883 ne preparò uno di platino smaltato con dentro un altro uovo d’oro che conteneva a sua volta una corona regale. Era per lo zar Alessandro che doveva darlo in dono alla zarina Maria. Per noi comuni mortali ne esistono di bellissimi anche in finissima porcellana e in ceramica o cartapesta, ma quelli di cioccolata sono un inno al gusto insieme a tutti i dolci della tradizione pasquale tanto diversi di regione in regione.
Un tempo si usava anche il vestito nuovo per le feste di Pasqua. Ma erano tempi di semplicità e lavoro dei campi, di uscite limitate e guardaroba essenziale, di un’Italia ago e filo e delle sartine oramai scomparse. Oggi lo shopping è ogni giorno, non serve l’abito nuovo a Pasqua, abbiamo tutto sempre e possiamo evitare l’essere paludati.
Si, perchè un tempo l’abito nuovo e primaverile indossato anche con temperature invernali ed esibito nella domenica di Pasqua era una consuetudine ridicola.
A tutti gli osservanti credenti che ascolteranno la Santa Messa nella domenica di Pasqua ricordo di portare l’ampolla per prendere l’acqua benedetta da portare nelle proprie case con la quale si aspergerà la tavola apparecchiata per il pranzo che avrà, mi raccomando, un tocco di colore e di charme.
BUONA PASQUA A TUTTI!
Teresa d.
DONNE OLTRE LA 46
April 18, 2011Ma chi ha lanciato una maledizione alle donne oltre la 46?
Se lo chiedono le donne, quelle formose soprattutto. E tutte quelle che ricordano le misure da “vamp” degli anni 30: 94 – 72 – 98. Roba che oggi appartiene alla taglia 48, ciccione per i tanti designer di abitini striminziti.
RAGAZZA OLTRE LA 46
Inutile e peccaminoso entrare in un negozio se non trovi la scritta “taglie comode”. Ti puoi ritrovare una commessa magrissima e modaiola che ti guarda come avesse visto un elefante e senza nemmeno farti parlare avverte che “noi non abbiamo taglie grandi”. Così se pure devi fare un regalo all’amica grissino preferisci rinunciare. Pare abbiano un educato disgusto per le donne abbondanti certe signorine miss-ossute. Ossa delle clavicole come porta-oggetti, sterno proteso in avanti in tutta la sua verticale sfaccettatura, cassa toracica dalle costole evidenti, ginocchia che mostrano rotule e menisco, legamenti e giunture. Sembrano scheletri vaganti dallo sguardo minaccioso, la faccia tosta e il passo equino su zoccoli da cavallo.
Ma sono modelle! Icone dello star-system. Adulate e strapagate. E haimè anche imitate. Hanno seni grandi, vero o finti che siano, come vuole la moda. Sfido qualsiai taglia 42 standard a vestire queste moderne signorine studiate a tavolino.
E non capisco come i sarti, gli stilisti, i disegnatori, i creatori di modelli, non si rendono conto che sono la minoranza della popolazione planetaria femminile e sono tutti impegnati a creare modelli solo per loro. Ma la gente in strada è un’altra cosa.
Molte donne hanno bisogno di tessuti che non attaccano addosso e di linee scivolate e comode, di tagli che mimetizzano le forme e di maniche al gomito che copre la ciccia, di bretelle larghe per contenere l’intimo e lunghezze al ginocchio e più giù. I pochi produttori di linee comode si ispirano al classico soprattutto. Ma un elogio va fatto a Elena Mirò. Ho visto la sfilata primavera estate 2011 che è un’incanto. Peccato che le donne robuste non accettano gli abitini e le gonne larghe, i tagli in vita e le svasature, preferiscono vestire con i soliti pantaloni + maglia lunga che Anter propone da sempre nei colori più richiesti, il blu e il nero. Oppure gli abitini conformati di M.G. di ottima qualità e fantasie dai colori scuri così rassicuranti. E i tailleurs modello “Anderson” che proponiamo nelle taglie dalla 41 alla 73 e nei colori blu e nero soprattutto. Si, la gente in strada ha bisogno di praticità e naturalezza, comodità e bellezza.
La passerella è l’immagine, la creatività, lo spettacolo, l’ostentazione, l’impossibile, l’effimero, il sogno…
Anter lo sa! E vi aspetta per mostrarvi anche le proposte moda oltre la 46.
Teresa d.
CERIMONIAMO…
April 13, 2011…cermoniando organizzando dettagliando pensando scegliendo decidendo…
MA COSA MI METTO AL MATRIMONIO DI MIA SORELLA???
Siamo in piena stagione di vendita primaverile e la vendita primaverile si basa molto su richieste per la cerimonia.
Impariamo da piccoli a partecipare alle cerimonie e agli eventi, alle occasioni e alle feste poichè in tutte le religioni e le tradizioni popolari ci sono momenti di festa che vanno vissuti e partecipati. Non capisco allora perchè vestirsi per tali momenti di gioia è per le donne soprattutto, diventato un problema. Perchè le cose più normali le viviamo come un problema? E’ una capacità tutta femminile questa di trasformare in problema il piacere di scegliere un abito. Capisco che siamo abituate al casual e alla moda comoda dei pantaloni, capisco che non si è sempre longilinee e dalle forme perfette, capisco che ci sono braccia e avambraccia cascanti, seni pendenti e spalle più grandi, capisco che a volte capillari e gonfiore alle gambe sono vissuti come un grave handicap, ma capisco anche che a tutto si rimedia. Noi venditori siamo quì per questo, per risolvere e consigliare al meglio cercando abiti che non siano solo da passerella ma anche portabili dalla maggioranza delle donne. Ma sempre più donne non sono disposte a spiegare le loro esigenze, e non sono disposte a provare quello che viene proposto. Non sono nemmeno disposte a piacersi! E si ritengono in grado di giudicare un vestito e come sta addosso, solo guardandolo su una gruccia. Molte altre si lasciano consigliare da figlie o nonne chiaramente di gusti e taglie differenti e incapaci di capire che le loro preferenze non sono quelle della mamma, costringendo le malcapitate a prove di cose inutili e noi commessi a spettacoli indecenti.
Se non siete assolutamente certe di volere quel modello e quel colore, e se non siete in grado di descriverlo al venditore, mi permetto dei suggerimenti su cose da fare prima di entrare in negozio a chiedere “qualcosa per me” e cosa fare se decidete di entrare:
– prima di uscire a cercare “qualcosa per me”, sfogliate riviste di moda, l’occhio si abituerà alle novità;
– prima di entrare in un negozio, date un’occhiata alle vetrine;
– fatevi un’idea di cosa vi piacerebbe indossare per quell’occasione speciale, e se noiosa per voi non ci andate;
– entrate in un negozio con la voglia di provare e lasciatevi consigliare;
– non lasciatevi spaventare dalle novità, un nuovo modello va provato prima di essere demonizzato, poi vi piacerà dopo averlo visto addosso a tutti; ( al sud è così )
– ricordate che se non siamo in grado di propporre anche capi innovativi voi ci vedrete come “negozio troppo classico”;
– spiegate “brevemente” all’addetto alle vendite le esigenze e le problematiche;
– “qualcosa per me” significa molte cose, se dite a cosa vi serve facciamo prima;
– inutile guardare i modelli taglia 42 se siete una 52, se pure c’è nella vostra taglia lo stesso modello, non vi sembrerà uguale;
– non chiedete se quel capo è “esclusivo”, non esiste l’esclusivo da chi vende pret-a-porter. Unico forse se è rimasto l’ultimo, ma non esclusivo;
– sbagliato domandare se è disponibile la vostra taglia se poi dovete ritornare l’indomani, oggi c’è ma domani chissà. E le taglie non sono universali e non vestono alla stessa maniera, dipende dalla linea (se giovane – slim – comoda ecc.);
– non pretendete che l’abito per la cerimonia sia anche per uscire a fare la spesa, molti sono anche da passeggio ma a voi non piaceranno per la cerimonia perchè per la cerimonia volete l’abito “cerimonioso”, la semplicità vi spaventa;
– prima di guardare tutto come orribile o non “adatto a me”, misurate, non possiamo farlo al posto vostro;
– uscite dal camerino e spiegate con un sorriso “cosa” non vi piace, questo ci permette di capire meglio i vostri gusti;
– inutile chiedere ad aprile o maggio se arriva ancora qualcosa, di solito le consegne per la stagione P/E sono tra febbraio e marzo. Gli arrivi riprenderanno a settembre ma per i capi invernali;
– dopo aver provato un po di cose diverse, se ancora non riuscite a decidere non esitate a dire che preferite tornare, noi siamo quì per questo, per accogliervi ogni volta lo desiderate.
Lasciateci svolgere il nostro lavoro, è un mestiere che amiamo.
Gli anni di esperienza poi ci permettono di capire quasi sempre cosa vi sta bene addosso e cosa non vi si addice. E sappiamo anche come vestono i nostri capi, se troppo a tubo se a sirena se larghi di spalle e se stretti di fianchi. Abbiamo anche capacità di osservare la vostra figura e se siete larghe di fianchi non vi proponiamo un abitino “sirena”, così come se siete abbondante di seno non vi daremo una scollatura da censura e non vi proponiamo un tubino aderente se siete panciute. Insomma, a volte mancate di buona volontà e di fiducia, forse seccate da venditori esageratamente persuasivi che si sprecano in un’assurda opera di convincimento. Da Anter non è così! Sappiamo che ovviamente la scelta spetta solo e unicamente a voi, ma voi sappiate che noi siamo preparati a dare suggerimenti e consigli anche su come abbinare accessori e pettinature. Vi diciamo se il lungo con strascico è per il matrimonio di mattina (no) e se il nero è solo per certi eventi (si) . Se meglio il sandalo o la decolletè, se calze si o calze no, se spilla o orecchini, se collana o pendente, se tracolla o trousse, se siete perfette sottobraccio al vostro lui, se al matrimonio di vostra sorella sarete voi la più bella. Ma questa è una spregiudicata e acida ambizione perchè sapete benissimo che sarà solo lei la protagonista indiscussa della giornata.
TUTTI PER LEI E LEI PER TUTTI nel suo giorno di vita speciale: LA SPOSA!
Voi indosserete un abitino colorato con taglio impero o in vita, tubino o svolazzante, di raso o di seta, corto al ginocchio e se potete più su, una scarpa con tacco e la borsetta pochette, orecchini pendenti e soprattutto… sorrisi smaglianti.
Auguri.
Vi aspettiamo come sempre per parlare insieme di moda e di come vi sta. – Teresa d. ( commessa del sud al sud ).
IL CERCHIO DI ITTEN – COME SI USA
April 8, 2011In tanti me lo avete chiesto dopo averlo letto nel precedente post, spero di essere sintetica.
Armonizzare i colori dell’abbigliamento tra loro è fondamentale per ottenere un buon risultato estetico-visivo. Itten lo sapeva.
Johannes Itten è stato un pittore, scrittore e designer svizzero dei primi anni del 900, studioso dei colori tanto da crearne un cerchio cromatico, il Cerchio di Itten appunto, per rappresentare i colori puri, o fondamentali, e i loro discendenti dalle mescolanze. E’ ricordato come teorico del colore, egli analizza i colori in base al loro aspetto estetico-comunicativo. Se notate, al centro del cerchio c’è un triangolo che contiene i tre colori fondamentali o primari, che sono il rosso, il giallo e il blu. Dalla mescolanza di questi colori si ottengono i colori secondari che sono subito intorno al triangolo a formare un esagono, e sono il verde, l’arancio e il viola. Intorno chiude il cerchio con 12 colori che sono i primari i secondari e i terziari, cioè gli altri ottenuti da ulteriore mescolanza. Per trovare i colori complementari, secondo Itten, bisogna scegliere un colore e seguire quelli diametralmente opposti che saranno i suoi abbinamenti suggeriti. Ovviamente non tutti concordano con questa soluzione e Itten viene criticato perchè non considera i colori di base che sono il bianco e il nero e che definisce “non colori”. E poi c’è da dire che con l’estro e le proposte innovative degli stilisti e la continua ricerca di studiosi in materia, ricordate il rosa honeysuckle di Pantone? ( un post di gennaio se non erro ), questo di Itten è utile per una prima consultazione, anche se tutti nel mondo dell’arte e della moda conoscono il Cerchio di Itten. Un cerchio di colori e dei loro opposti che si attraggono.
Ma il viaggio nel mondo dei colori è appena cominciato e io l’ho solo accennato, lasciatevi giudare dal gusto personale e trovate nuovi abbinamenti originali. Non è difficile, nei colori c’è armonia.
Teresa d.
CAMBIO DI STAGIONE, COSA MI METTO?
April 5, 2011E’ sempre così, guardaroba pieno di vestiti e niente da mettere!
Ma è da quando viviamo che sappiamo del clima e delle stagioni, come mai è ancora un problema vestirsi in primavera? Trattasi della capacità di alcuni di trasformare in “problema” le cose naturali e che dovremmo saper affrontare con largo anticipo. Mi viene da dire che siamo lo specchio dei tempi e che, come la classe politica così poco decisionista intelligente e lungimirante, non siamo portati a risolvere i problemi ma a crearli. Ma basta prediche altrimenti sarò accusata di essere saccente.
Dopo il primo momento di sorpresa per il tanto desiderato raggio di sole primaverile, lasciamoci andare alla voglia di colore e di leggerezza. La parola d’ordine è: ABBINARE. Unire al caldo maglioncino di lana la gonna colorata e leggera e il giubbetto estivo o il classico intramontabile trench.
E se fa un po freddino ancora il cappotto o il piumino. La sciarpa anche se il vento resiste, o il nuovi foulard triangolari da legare alla nuca. E gli stivali in camoscio dai colori naturali che anche con gli abitini smanicati saranno perfetti.
Attente solo al brillio di certe calze coprenti sintetiche, non è piacevole da vedere. Insomma, mischiare, combinare pezzi del guardaroba invernale con capi estivi leggeri e colorati. Questo è anche un nuovo modo di vestire che lascia spazio alla fantasia e al desiderio del momento e asseconda meglio il clima variabile degli ultimi anni. Sapete che ci sono città nel mondo dove l’escursione termica varia in una giornata dai -2 ai 18 gradi? Proprio così. E le persone che vanno al lavoro escono con borse – sacca per poter effettuare il cambio di scarpe o di giacca. Basta averne consapevolezza e adeguarsi, tutto quì. Per i colori poi, se non vi fidate dei vostri occhi affidatevi agli esperti oppure al cerchio di ITTEN.
E se lo desiderate vestitevi pure a pavone, in primavera il colore mette energia positiva. Tutto questo senza perdere il senso dello stile che si traduce in un’attenta ricerca di semplicità e buon gusto.
Ancora convinte che non esiste la mezza stagione? Sbagliato, come molti luoghi comune.
E’ breve, ma esiste. L’ho sempre sostenuto.
Teresa d.