Archive for February 23, 2011
COSA INDOSSEREMO IN PRIMAVERA?
February 23, 2011Intanto che il freddo di questo fine mese evoca camini schioppettanti e golfini di cashemire, le giornate allungate fanno pensare alla primavera imminente e alla voglia di nuovo, di leggero, di colorato, di fluttuante, di solare energia nell’anima e sugli abiti che vorremmo indossare.
In tante mi avete chiesto cosa metteremo in primavera, e anche se è di più stretta attualità parlare di inverno e di moda invernale visto che a Milano la Fashion Week è dedicata alla prossima stagione fredda, quì in negozio la primavera è arrivata da un pò.
Le corsie del negozio sono di nuovo piene dei capi da poco consegnati e altri leggeri e colorati sono in arrivo.
I must have dei prossimi mesi?
Abitini, abitini e ancora abitini.
E la novità sta nelle lunghezze, dopo tante minigonne finalmente l’orlo è al ginocchio.
Anche tante gonne dritte, a ruota o solo svasate, ma dal ginocchio in giù, longuette.
E poi le gonne -pantalone da anni trascurate.
E casacche arricciate e orlate di rouches, top e canotte dal taglio impero e lunghezza sui fianchi e più giù. E i colori?
Un elogio al blue di Giorgio Armani, bella alternativa al solito nero e grande ritorno di in colore che ha sempre rappresentato la primavera.
Emporio invece propone sottane arricciate di chiffon nei colori sobri e delicati dalle sfumature dei grigi pallidi e dei beige, da abbinare insolitamente ai bermuda o alle gonne.
Cavalli veste le donne di pelli e frange. Fantasie animalier di rettili e coccodrilli ma sfumate nei colori. La linea Just cavalli ricorda il west ma in denim, tanto denim lavato e stampato.
D&G ha proposto un total look in bianco candido di pizzi e merletti. Anche le borsette.
Romanticissimo e molto chic. Nella linea giovane invece fa sfilare i fiori e i quadretti, le rouches e gli arricci in gonne, gonnelloni, abitini e maxi borse. Bandane in testa, volant ai soliti top, zeppe vertiginose, occhialoni.
Sempre molto essenziali da Max Mara dove il trench dai colori coloniali diventa abito. Essenziali e pulite le linee, si osa solo con un tocco di colore che va tra il rosso e l’arancio.
Le giovanissime di Blu Girl sono a fiori e pois.
Blumarine invece porta in scena una donna fatale ma un po hippy, tanto maculato ma nei colori chiari del turchese con marrone o rosa con marrone. Sempre molto glamour.
Semplicità e rigore da Versace con gli abitini dai riporti di impunture a contrasto per il giorno che sanno essere perfetti anche per la sera.
Questo è il lavoro di ideazione – creazione – collezione per la bella stagione che ci aspetta.
A voi la scelta di coniugare buongusto novità e tendenze e avere il piacere di ricercare un abito raffinato e di qualità e che sappia rispecchiare la vostra personalità.
Il bello è ciò che suscita in noi una piacevole senzazione.
Il lusso è ammirare le Painted Ladyes da Alamo Square o un quadro di Goguein in un museo, o l’aurora di un cielo sgombro di nubi o le cime innevate delle Alpi…
Vi aspetto per parlare insieme di moda e di come vi sta.
Teresa d.
DOPO MANHATTAN E LONDRA C’E’ MILANO E POI PARIGI
February 21, 2011La moda è in movimento sulle passerelle delle città più fashion.
Dal 23 febbraio al 1 marzo il palcoscenico è a Milano dove i riflettori saranno accesi sulla Fashion Week dal calendario ricco di sfilate ed eventi per scoprire le tendenze della moda donna per la stagione A/I 2011-2012.
Novità assoluta sarà la tensostruttura trasparente in Piazza Duomo, chiamata la Sala Duomo, allestita a fianco del Museo del Novecento che ospiterà i grandi nomi della moda italiana e avrà circa 1000 posti a sedere e anche i passanti potranno assistere alle sfilate in diretta.
Moda partecipata – vissuta – democratica. Finalmente si scende un pò dal piedistallo?
Fashion Hub, polo principale, sarà il Palazzo Giureconsulti dove la Camera Nazionale della Moda avrà il suo spazio e i suoi uffici.
Altre location storiche sono a disposizione dei brand, come Palazzo Clerici e lo spazio all’interno del Circolo Filologico, tutte a poca distanza e raggiungibili con mezzi messi a disposizione dal Comune o a piedi seguendo un nastro rosso sulla pavimentazione che mi fa ricordare il Freedom Trail di Boston.
Solo l’ultimo giorno sarà dedicato alle griffe emergenti, stilisti già affermati in campo internazionale che saranno protagonisti anche nella Milano così selettiva che tenta di aprire ai giovani talenti. Tra tanti posso citare “BeeQueen” di Chicca Lualdi che ho avuto modo di applaudire per il suo gusto raffinato che tenta di coniugare semplicità e qualità in capi da portare con disinvoltura dalla mattina alla sera. Proibitivi solo per le taglie comode e per il costo elevato. Ma si punta a un target di aquirenti di alte possibilità.
Il programma è ricco manifestazioni dibattiti mostre ed eventi per una settimana ricca di appuntamenti.
E per gli addetti ai lavori, da non perdere…
Teresa d.
FASHION AVENUE
February 19, 2011Mi ci sono trovata per caso…girovagando a Manhattan con il naso all’insù così come deve essere guardata New York che poi ti fai un massaggio alla cervicale per poi ripartire con il collo all’indietro, ma è così che la devi guardare e trattenere il respiro tanto è fantastica e unica e magica nella sua capacità di farsi perdonare le strade tenute male e il traffico impazzito a tutte le ore e il rumore assordante che è di vita che emana – che vive.
Nella Fashion Avenue, sulla seventh, attratta da strane sculture e vecchie vetrine di tessuti ho capito che è la strada dedicata a coloro che l’hanno resa viva e interessante negli anni 20, quei produttori di abbigliamneto di progettazione americana che vi si trasferirono per avviare le loro attività di creatori di moda.
Crearono un Fashion District conosciuto anche come Garment Center.
Ora però è rimasto solo arte e il gigantesco bottone con ago infilato e il sarto statuario nel bronzo scuro di cui è realizzato che fa unico colore e corpo con l’antica macchina per cucire, sono lì a ricordare questo luogo simbolo della moda.
C’è la “Fashion Walk of Fame“, la strada con placche di bronzo bianco e oro che sono targhe sul marciapiede che celebrano i grandi designer e le stars della moda.
Ancora una volta ho apprezzato la grande memoria che hanno glia americani nel celebrare e ricordare gli avvenimenti, le persone, i luoghi.
E in Italia? Non so se sbaglio nel volere a tuti i costi fare paragoni, ma ho pensato che noi siamo
i primi al mondo in fatto di gusto e estro creativo, almeno nella moda… e che i successi vanno celebrati e ricordati.
A Firenze c’è la “Galleria del Costume” all’interno di Palazzo Pitti. Uno spazio espositivo che raccoglie circa 6000 tra abiti di scena, teatrali e accessori moda.
E per dare giusta considerazione alla moda, Nicola Zingaretti il presidente della Provincia di Roma sempre presente ad “Alta Roma” associazione che promuove manifestazioni di moda, ha proposto uno spazio permanente di esposizione e promozione dell’arte della moda.
Ma quanto siamo disposti a volere ricordare e celebrare se nemmeno la nostra nascita come nazione unita ci accomuna?
Quante polemiche per i 150 anni dell’Unità d’Italia!
Eppure la memoria è l’identità di ognuno.
Teresa d.
Vi ricordo che sono disponibili in negozio molti capi della P/E 2011
Vi aspettiamo, anche se causa lavori di ristrutturazione siamo nella sede provvisoria al civico 8
Ricordate: soddisfare le vostre richieste è la nostra principale occupazione.
“FABIOLA” e…
February 17, 2011In una dimensione imprenditoriale in espansione,
forte di concretezza e determinazione,
tra macchine, matasse e fili di lana
sapete rendere il lavoro più nobile e umano
e così tanto tutto italiano.
Professionalità e dedizione
esperienza e collaborazione
danno vita a una “smacchinata” produzione
che sa coniugare tendenza e creatività
per affermare la bellezza della semplicità.
Orgogliosi e partecipi di una bella realtà
auguriamo
successi e continuità
Anter Staff
13 gennaio 2011
E’ una mia passione, ispirata da un incontro, un’immagine, un luogo, amo dedicare parole scritte in ogni occasione.
Ho consegnato alla signora Fabiola questa dedica perchè la prima impressione che si ha visitando lo spazio lavorativo di “FABIOLA” è quella di una grande laboriosità.
Nello spazio-capannone dislocato su due piani ci sono donne donne e ancora donne che si contendono fili di lana, macchinari e ferri da stiro con una capacità organizzativa mista a un’allegra collaborazione dove tra il via-vai di routine e la “c” sussurrata del linguaggio così spesso trattenuta, pare di essere in un luogo di familiare conduzione di vita.
Siamo in Toscana, terra di colline, di vini, di ulivi, di tessuti e di maglie.
Fabiola, la stilista dei capi, la sua mamma la signora Marisa, grande lavoratrice e presenza carismatica in azienda, e le tante ragazze e signore che si affaccendano tra gomitoli e telai sono un esempio di volontà e laboriosità che riporta a immagini di antica epoca. Se avessi avuta una reflex con rullino in bianco e nero avrei fissato un’immagine testimonianza di un passato dimenticato.
Ma siamo nel 2011, era della tecnologia avanzata, dell’importazione e della crisi economica, e “Fabiola” è una realtà in crescita tutta “italiana” che domenica scorsa, 13 febbraio, in una sala dell’Hotel Apogeo ha presentato la collezione della stagione A/I 2011-2012.
Tra modelle in maglia e un pubblico di esperti e compratori è andata in scena la moda “Fabiola” fatta di giusto prezzo, buona qualità e tutta “italianità”.
Nel nostro punto vendita è una realtà vincente, le maglie “FABIOLA” sono sempre più richieste da un pubblico di ragazze e giovani donne.
Vi ricordo che molti modelli della collezione P/E sono già in negozio.
Auguri Fabiola, la strada del successo è appena cominciata.
Teresa d.
11 – 12 – 13 – 14 FEBBRAIO 2011…
February 11, 2011…una giornata storica e tre giorni di stranezze e ricorrenze.
11 febbraio 2011 – in Egitto ha vinto il popolo.
Sulla scia di Gandhi e dei grandi pacifisti finalmente il trionfo di una libertà che unisce musulmani e cattolici.
Non senza vittime purtroppo.
Nel mio paese invece, oltre alla polemica sui festeggiamenti del 17 marzo, la data della “sua” nascita, abbiamo…
Il 12, domani, va in scena “IN MUTANDE MA VIVI”, di Giuliano Ferrara.
Incontri e dibattiti al teatro del Verme a Milano dove si intende “invocare la disponibilità verso la vita”, così dice il giornalista, disponibilità che sente minacciata e criticata dagli spioni del buco della serratura, quei magistrati cattivi che non sanno fare il proprio dovere. Una protesta di liberali uniti dal “disgusto per la crociata puritana e giacobina”, secondo loro.
Mi unisco al disgusto per la protesta e per come tentano di far passare messaggi deviati.
Ma per fare il giornalista che esami si fanno?
Il 13 invece abbiamo ” SE NON ORA MA QUANDO “?
Manifestazione che raduna folle nelle città per affermare il disgusto verso il potere che strumentalizza le donne.
Ma io rispondo: “SEMPRE”!, non solo ora ma sempre bisogna contrastare questo fenomeno, se lo vogliamo.
Perchè è nelle scelte delle nostre azioni quotidiane che diamo valore alla nostra dignità e autostima e perchè sempre dobbiamo saper dire no al potere di arroganti che ci vogliono ignoranti.
Il 14 poi è San Valentino, patrono degli innamorati, venerato in diverse città e paesi del mondo.
Ricorrenza che nasce da un rito pagano della fertilità. Si usava mettere in un’urna i nomi di uomini e donne, mescolare e sorteggiare dei prescelti che formavano una coppia e avevano il compito di procreare. Per mettere fine a questa pratica la chiesa è intervenuta e ha identificato in S. Valentino, che si rifiutò di reintrodurre il rito pagano e durante la prigionia si innamorò della figlia del suo guardiano alla quale aveva ridato la vista, il santo protettore degli innamorati.
Protagonista l’amore e gli innamorati di tutto il mondo.
Auguri a chi ha la fortuna di conoscere e mettere in pratica l’amore in tutte le sue manifestazioni.
Ricordo di approfittare di una iniziativa che permette di risparmiare l’ingresso in aluni musei: se sei in due paghi uno!
E permettetemi di avere nostalgia di quando S.Valentino era solo “emozioni in parole e sguardi d’amore”.
Oppure di quando era in uso spedire “valentine”, che erano biglietti di auguri e missive tra innamorati.
Cosa mi piacerebbe regalare o ricevere? Un libro di poesie o di lettere d’amore.
Teresa d.
LE BRUTTURE DELLA MODA E LE SUE CATTIVE ABITUDINI
February 5, 2011Un tempo la moda italiana era unica a fare tendenza e finiva sulle riviste più prestigiose del mondo solo per il genio creativo di alcuni stilisti che erano personaggi veri, disegnatori capaci di creare novità e fare tendenza.
Poi… l’invasione trionfale della bruttezza ha invaso anche il campo della moda e dietro la facciata glamour si nasconde ipocrisia, falsità, corruzione, evasione, dislocazione.
L’estro creativo ha dato posto all’arroganza di imprenditori-imperatori senza scrupoli che si sono lasciati attorniare da tante, troppe figure professionali emergenti dando vita a un clan di addetti stampa, “pierre”, pubblicitari e via dicendo che hanno contribuito a creare miti eventi e falsità.
Un circo mediatico dove la comunicazione è spesso volgare, le modelle sono super pagate e sempre più magre, quasi anoressiche, tutti o quasi hanno bisogno di droghe e simili per stare in piedi a orari impossibili e onnipresenti a tutte le feste, patetiche presenze di vip alle sfilate e ora anche personaggi trash della tv in passerella, la firma ad ogni costo e ovunque anche sulle mutande, sulle lenzuola, sulle tovaglie e sulle mattonelle.
Prezzi esagerati per alimentare il desiderio di esclusivo, produzione all’estero anche se è “made in italy”, marchi passati in mano straniera, società trasferite all’estero dove leggi fiscali permissive volute da chi fa “politica estera” o “economica” consentono di evadere o “risparmiare” le tasse.
Un mondo di ricchezze e sperperi da far dire a qualche modella icona insostituibile della passerella: per meno di 10.000 dollari a serata non mi sveglio”. (quando la strada è piena di ragazze splendide che a rotazione sarebbero felici di sfilare anche gratis pur di provare l’ebrezza di indossare abiti particolari e nuovi).
Alle sfilate poi l’onore della prima fila è riservato a pochi e a seconda dell’attribuzione del posto si capta l’importanza della persona che lo occupa e spesso trattasi di personaggi dello star-system che con la moda hanno “molto” a che fare visto che poi ricevono gratis abiti da portare addosso solo per pubblicizzare il marchio. Sono pochi i clienti in prima fila, o i giovani disegnatori e quelli delle scuole di moda che dovrebbero imparare. Questi si devono accontentare del cosiddetto “standing”. I blogger invece, e i giornalisti, preferiscono intrufolarsi nel bak-stage per catturare tutti i segreti e i pettegolezzi, per spiare il dietro le quinte.
Altro fenomeno increscioso sono i falsi, i troppi falsi in giro e la difficoltà di arginare il fenomeno.
Se scendiamo dal piedistallo dell’alta moda e della prima linea ci sono la moda low-cost e low-luxury, i sottomarchi per così dire o le linee più abbordabili e meno costose della griffe originaria, ma quì il problema grosso è la distribuzione. Non si capisce se la deve distribuire il grossista o le aziende produttrici tramite loro agenti e direttamente ai dettagli, se vogliono i corner nei negozi qualificati che in tempi di crisi si traduce “a chiunque la chiede”, se sono capi esclusivamente in vendita nei loro negozi monomarca o se vogliono riempire i centri commerciali. Insomma… si rischia di trovare la merce ovunque e a prezzi diversi, una confusione che genera incertezza e poca credibilità soprattutto in tempi di saldi.
Qualcuno avrebbe voglia di urlare tutto il marcio che si respira in questo ambiente ma l’ipocrisia vince perchè deve sostenere il denaro.
E che noia quando devo essere presente per essere al corrente. Io capto falsità nel linguaggio e nelle relazioni tra persone che vi operano, tutti rivolti a un solo obiettivo: farsi notare anche a costo di essere ridicoli, essere presenti solo per essere visti.
E poi sono talmente tanti gli eventi e le manifestazioni, le fiere e le presentazioni, che non si sa più dove andare.
Devo sottolineare che non ho nulla contro i marchi, la qualità, la creatività, le novità, l’originalità, che sono tutto il bello della moda.
Io non amo la comunicazione ossessiva e falsa che si serve di qualsiasi linguaggio per plagiare soprattutto i giovani, inesperti e grande possibile forza di mercato, e indurli all’acquisto solo per essere alla moda.
Cosa fare, si potrebbe ricostruire tutto dando spazio ai nuovi, facendo emergere i meno noti sperando che non siano contagiati da questo modo di operare.
Ma questo dipende da voi, da quanto siete disposti a comprare le cose solo perchè vi piacciono e anche se non le firma il vostro stilista preferito.
La bellezza di un acquisto deve avere anche un carattere morale oltre a lasciare un contenuto emozionale positivo, altrimenti è tutt’altro, è massificazione, omologazione.
Mica vi piace sempre e solo credere alle favole?
Vi aspetto da Anter, i nostri marchi e il giusto rapporto qualità/prezzo sono garanzia di novità tendenza e serietà.
Teresa d.
MODA – DIETRO L’APPARENZA FRIVOLA…
January 30, 2011Non solo lustrini e bellezza, dietro l’apparenza frivola dell’ambiente MODA si cela un mondo faticoso fatto di persone qualificate.
Dallo schizzo al disegno alla sfilata all’esposizione in vetrina, dietro i fari spenti dei riflettori ci sono professioni e figure professionali che compongono il Fashion System.
Si pensi ai creatori di un Brand, ai loro assistenti economisti per le registrazioni e le scritture contabili.
Ai creatori di slogan per una comunicazione sempre agguerrita.
Si pensi ai designer, forse i primi della filiera, che con i loro schizzi e poi disegni danno avvio a un’idea che si deve realizzare, pensano ai tessuti da utilizzare. Si pensi agli oggetti di cartoleria che usano.
Si pensi ai lavoranti delle tessiture, aziende di filati a sperimentare nuove torciture, nuovi intrecci, nuove trame che saranno tessuti e poi capi da indossare. Ai creatori di nuovi macchinari adatti allo scopo. Ai chimici esperti di coloriture a provare coloranti atossici e resistenti, ai lanifici cotonifici e seterie quasi scomparsi in Italia che useranno i nuovi colori. Ai bottonifici e ai lavoranti del merletto e delle passamanerie. Si pensi ai sarti e alle sarte, ai ditali, spolette di cotone, rotoli per imbastire, spilli e centimetri.
Si pensi agli organizzatori delle sfilate, a chi si occupa di pubbliche relazioni e decide gli inviti e gli eventi, agli scenografi, elettricisti, tecnici del suono, fotografi, giornalisti, agli addetti alle pulizie.
Si pensi alle associazioni che lavorano per coordinare e promuovere lo sviluppo degli eventi.
Ai registi che lavorano alla realizzazione di spot pubblicitari e filmati da mettere on-line.
E prima ancora alle modelle, ai parrucchieri, agli esperti di make-up, a chi fabbrica le scarpe e le borse e le cinture, i gioielli e gli accessori tutti per vestire e mandare in passerella il sogno della prossima stagione.
Ai profumi e profumieri ad inebriare e alimentare il sogno.
A tutto ciò che ruota intorno ai viaggi e soggiorno di queste persone.
Agli show-room da fittare e allestire per ricevere i buyer, i compratori, che dal loro giudizio e da quello dei giornalisti esperti di moda si arriva a decidere cosa mettere in produzione per le vendite.
Si pensi alle aziende produttrici di abbigliamento con i loro macchinari all’avanguardia, gli immensi spazi destinati a sala taglio e i computer che programmati da programmatori fanno il lavoro che prima era di uomini. Alle grandi sale per assemblare i tessuti tagliati o quelli smacchinati se maglierie, ai lavoranti di queste fabbriche, alle stiratrici. A chi piega e mette in busta, alle fabbriche di cellophane che sono i copriabiti o buste per le maglie. Ai fabbricanti di etichette e rotoli per la composozione e dei cartellini. E ai fabbricanti di foderami e di trapunte, tele e piume per le imbottiture.
Si pensi agli esperti di mercato che decidono o suggeriscono dove collocare il prodotto e le aperture di nuovi punti vendita.
Ai trasportatori, in Italia quasi tutti su ruote, per la distribuzione e la consegna dei capi.
Alle tante fiere e agli eventi che si allestiscono per promuovere i prodotti, alle pagine dei giornali da pagare per la pubblicità, ai contratti televisivi per vestire i vip e per mandare gli spot griffati.
Si pensi ai fotografi dello street style, quei giovani in giro per il mondo a catturare e fissare originalità e stile personale.
Si pensi ai venditori, ai rappresentanti, ai loro spazi per i campionari, ai loro assistenti e segretari.
A chi si occupa di arredo negozi e ai vetrinisti,
E poi noi negozianti e i nostri collaboratori e lavoranti, i bravissimi pazienti e accoglienti commessi.
E infine voi, gli acquirenti. Ultimi ma i più influenti.
Perchè proclamate il successo del Pret-a-Porter, della moda portabile.
Ultimi in assoluto sono gli stilisti emergenti, i ragazzi e ragazze del mondo e di più dell’area BRIC ( Brasile-Russia-India-Cina ) appassionati di disegno e moda che ancora non hanno trovato il loro spazio in un ambiente che elogia solo e sempre i grandi.
Ma voglio credere che il talento se c’è emerge, se non c’è si confonde con nient’altro o il gia visto.
Auguro a tutti di continuare a sostenere un pilastro e un vanto dell’economia Italiana: LA MODA.
(Delle sue cattive abitudini parleremo prossimamente)
Teresa d.
ARRIVO TRIONFALE DELLA BRUTTEZZA!
January 25, 2011No, non parlo della moda, quella almeno ci regala originalità, ispirazione, innovazione, idee. Il piacere di vedere tanti abiti nuovi in bella mostra e poter sognare di scegliere. Immaginarsi addosso quel modello e quel colore, sono piacevoli sensazioni, piccoli momenti di distrazione che ci fanno sentire leggeri.
Vi siete mai chiesti se vestirsi è stato un istinto di vanità o di necessità?
Ma ora devo spiegare perchè alla domanda su cosa sarà l’eleganza che metteremo in primavera, ho risposto che intanto pare di assistere all’arrivo trionfale della bruttezza. Ho dovuto dire che per me l’eleganza in Italia sta solo appesa a un cartellino “Made in Italy”. Ma questo è commercio, non è eleganza. O almeno non è quella che vorrei fosse nei gesti, nelle parole, nell’essere garbati, nell’essere onesti, empatici, amanti della verità e della bellezza. Non è l’eleganza della ragionevolezza, della misura, della libertà fatta di diritti e di doveri.
Mesi addietro ho scritto in vetrina la frase:
“PORGITI ALL’AMMIRAZIONE PER BELLEZZA ED ELEGANZA – MA ANCHE PER CULTURA E CONOSCENZA”.
Non una persona che è entrata per lasciarsi servire ha chiesto di commentarla.
Siamo fatti così, ognuno chiuso nel suo egocentrismo e nel suo mondo fatto di fatica quotidiana. Resi incapaci di ribellarci alla volgarità che ci invade, incapaci di chiedere giustizia, incapaci di invocare i nostri diritti.
E confesso che mi costa fatica di questi tempi parlare di moda.
Ma in una giornata di sole, con la luce che riaccende i colori, che ci rende luminose e un tantino gioiose, dal parrucchiere è di moda che abbiamo parlato. E alla fine eravamo tutte daccordo: “noi italiani moriremo ignoranti ma eleganti”!
Delle novità sulle passerelle per la P/E parleremo la prossima volta.
Teresa d.
PELLICCIA – SI o NO?
January 21, 2011In inverno è il capo più desiderato. Un cappotto, una mantella, un corto giacchino di pelliccia, sono l’antifreddo per eccellenza e sono tanto chic.
Molto ambiti anche solo i riporti, come i polsi ma soprattutto quello che io amo di più, i colli di pelliccia. Ovviamente basta una parata di vip che ostentano la loro cultura animalier e le loro proteste in difesa degli animali e tutti pensano che “addio pelliccia”. Ma sulle passerelle se ne vedono sempre e sempre di più eccentriche e lavorate. I nostri artigiani maestri pellicciai sanno essere all’avanguardia in creatività. Il lusso attrae, si lascia guardare e suscita piacere e desiderio. E il desiderio è umano, quindi ci possimao assolvere anche se dico no all’esagerazione e a frasi tipo: “il lusso ad ogni costo”!
Bhè io mi sento di correggere in: IL BUONGUSTO AD OGNI COSTO!
E poi ce ne sono di finte che sono altrettanto belle anche se non calde e non le chiamerei ecologiche visto che vengono create in laboratori chimici con chissa cosa. In Italia si registra un calo di vendita di capi in pelle e pelliccia che soprattutto al sud è dovuto al clima sempre più caldo. Anche alla sensibilità verso gli animali ma senza ipocrisia penso sia al secondo posto come motivo per dire no alla pelliccia.
Riguardo ai costi elevati, altro motivo di mancato acquisto, c’è da dire che la maggioranza dei capi prodotti arriva dai mercati stranieri dove come al solito il costo della materia prima e della mano d’opera è molto inferiore.
E per chi crede di fare buone azioni ci sono associazioni in difesa degli animali come la “The Uman Society” in America che invitano a consegnare la pelliccia dismessa che diventerà, assicurano, calda e comoda cuccia per animali in difficoltà. Ci crediamo?
Teresa d.
“ANTER” E I MARCHI PER I SUOI CLIENTI
January 20, 2011Ancora non ho citato le aziende e i loro prestigiosi marchi che da sempre ci forniscono dei capi di loro produzione, soprattutto maglieria. Ognuno con il suo segno distintivo. segno grafico che contraddistingue dei capi e rappresenta l’identità di un’azienda e la sua forza di comunicazione.
Per la donna:
Anter linea donna – New Jussara – New Marikan – Devanja – Elegant Project – Elegant Prestige – BTS Collection – BTS Confort – Fabiola – Tagliente – Elena Mendez – Kueva – Pierr Day – Vian – Nome e Cognome – Elle Fordoocks – Cavendish – Edimyr – Le Linee DI.BI. – Vanity – M.G. – Flay Line
Per l’uomo:
Anter linea uomo – Giò Ferrari – Il Granchio – Blue Side Man – Lui Collection – Sea Barrier Sport – SeaBarrier Classic – Wampum – Ascot Sport – Fordoocks – Acon – M.G.Boys – Fibretex – Tema
Insieme negli anni, attraverso i loro stimati agenti e un rapporto personale di grande cordialità, ancora oggi siamo in scena con rinnovati dettagli e proposte moda sempre all’avanguardia. Insieme vi attendiamo nei punti vendita per guardare tutta la moda e come vi sta.
Teresa d.