In primo piano la Gospa. La Madonna.
MEDJUGORJE,
( ecco perchè ero assente dal blog )
QUESTO LUOGO SACRO CHE DESTA LA CURIOSITA’ DI TANTI, CREDENTI O MENO,
HA ACCOLTO IL MIO PRIMO PELLEGRINAGGIO.
Ci sono andata nel centenario dell’attentato che scatenò la prima guerra mondiale.
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Difficile scrivere di Medjugorgje perchè una volta immersi in un mondo di preghiere, di adorazioni, di visite alle comunità di accoglienza, di incontri con veggenti e con testimoni di fede, ognuno poi ne riceve sensazioni diverse. Una volta iniziata la salita del Podbrdo, la piccola collina delle apparizioni, ( che si chiama in realtà Crnica, ma le danno il nome della zona ai suoi piedi dove per la prima volta apparve la Madonna e che si chiama appunto Podbrdo ), dove dopo pochi passi per una ripida e sassosa salita c’è una statua della Vergine della Pace e una Croce Blu, è il luogo di preghiera dove ancora oggi ogni due del mese la veggente Mirjana avverte la presenza della Madonna, ne sente la voce e detta i messaggi che ne riceve, poi si continua a scalare pietre recitando il Rosario poichè il percorso che segue è accompagnato da pannelli in bronzo scolpiti realizzati dallo scultore italiano Carmelo Puzzolo e che raffigurano i cinque Misteri del Rosario da pregare, e si arriva fino alla statua della Madonna in marmo di Carrara posta alla fine della salita. E poi c’è l’arrampicata del Krizevac, il Monte della Croce, più lunga, più pendente, una faticosa scalata tra rocce grandi e aguzze che segna le tappe della Via Crucis, anche qui con pannelli in bronzo scuro scolpiti in rilievo realizzati dall’artista italiano Carmelo Puzzolo, anche qui si sale pregando fino alla cima dove una Croce bianca innalzata dagli abitanti nel 1933 per chiedere di salvare il raccolto da feroci intemperie ora attende i pellegrini in preghiera che scalano il monte perchè la Madonna nei suoi messaggi chiede di pregare anche sul Monte della Croce. Qualcuno vede segnali di presenza della Madonna nel sole che fa cerchi, o avverte presenze mistiche, ma io dico che qualsiasi cosa accade a Medjugorje il vero miracolo a cui si assiste è la preghiera.
La preghiera a Medjugorje è un bisogno di tutti, si prega insieme o da soli, in religioso silenzio o appena sussurrando ognuno nella propria lingua e accomunato da un senso di vera fratellanza ci si rivolge al divino come per cercare una riconciliazione, come per sperare in una conversione, come per chiedere di salvare l’anima e il mondo intero da tante brutture. E per un attimo si respira un senso di pace e si crede che qualcuno proprio in quel preciso momento ci ascolti davvero.
Medjugorje è un piccolo villaggio di circa 4000 abitanti in provincia di Citluk, situato in una zona tra basse colline aride e rocciose nel sud-ovest della Bosnia Erzegovina. Medjugorje vuol dire proprio in mezzo alle colline, e le due piu famose sono ora quella del Podbrdo e del Krizevac. Il centro è rappresentato dalla chiesa di S.Giacomo, il santo protettore dei pellegrini, ( fu fondata nel 1892 e intitolata a S.Giacomo. Una preveggenza? ) è la parrocchia che accoglie le migliaia di persone che dal 1981, anno della prima apparizione della Madonna ai sei giovani veggenti, vi si recano in preghiera e in adorazione. La chiesa negli anni è stata ampliata e oggi è circondata da grandi spazi esterni attrezzati per la confessione e ampi luoghi dove ci si raccoglie in preghiera e in meditazione. Anche qui una statua della Regina della Pace di Medjugorje, in puro marmo bianco di Carrara, realizzata, come le altre, dallo scultore italiano Dino Felici, è posta nel piazzale antistante la chiesa. Appena fuori da questo grande centro religioso retto dai Padri Francescani, ( se come me vi chiedete come mai i padri francescani in una terra anticamente governata dall’Impero Ottomano e quindi dove la religione era l’Islam, la risposta è nel tentativo di dialogo tra le due religioni che il grande S.Francesco nel 1219 volle con il sultano Malek-al-Kamel. Lo storico colloquio avvenuto a Damietta presso il Cairo resta il piu straordinario gesto di pace tra le due culture religiose, lì il Vangelo incontrò il Corano e da allora i francescani sono ben tollerati nelle terre dell’islam ), si diramano strade invase da negozietti di souvenir, bar, ristoranti, hotel e pensioni che aumentano ogni anno sempre più e poi ancora strade secondarie appena asfaltate che conducono verso la zona delle colline e alle poche abitazioni che sono case private dove l’ospitalità è garantita. Piccoli cantieri di costruzioni dicono che il cemento è in costante aumento, ma tutto questo se a prima vista pare una cosa da condannare, poi ci si rende conto che la domanda è sempre tanta e che tutto deve essere migliorato poichè l’immagine di Medjugorje, nonostante le case siano nuove, è di un paese del Cilento degli anni 70. Peccato che si sta sviluppando in maniera disordinata, in alcuni posti non ci sono ancora i marciapiedi, e non c’è un buon Piano Regolatore. Anche il commercio di articoli religiosi è un fatto legato allo sviluppo del paese, è un indotto a creare nuova occupazione e di consequenza benessere per i cittadini che da troppi anni hanno vissuto ingiustizie e soprusi che sembrano conclusi con la guerra civile degli anni novanta. Medjugorje è un paese reso vivo e vivace dalle tante presenze di pellegrini in cerca di Dio, ma all’ora delle apparizioni tutto si ferma, tutto tace, tutti attendono il Messaggio di Maria, la Gospa, che vuol dire Madonna in lingua croata. Messaggio che all’istante viene tradotto e dopo pochi minuti pubblicato ovunque e messo in vendita su cartoncino plastificato come souvenir. Questo misto di sacro e profano rende tutto molto umano ma non distoglie dalle domande sul senso della vita e sul chi siamo e dove andiamo.
In primo piano i sassi da scalare per le salite del Podbrdo e del Krizevac.
Poco mi ha trasmesso l’incontro con Vicka, una delle veggenti. In quella assemblea tra la calca di pellegrini estasiati e quasi ipnotizzati di ascoltare le parole semplici e ripetitive, proprio come quelle che si leggono nei messaggi della Madonna, e che la signora, Vicka, ripeteva assillante, io mi sono sentita come in mezzo a un delirio collettivo. La donna si è presentata salutando con grazia gentile e agitando una manina sottile mandava baci a destra e a manca come una diva dopo lo spettacolo. Non so, forse questo è il suo modo di avere garbo e di accogliere, il suo modo di ringraziare le tantissime persone accorse come ad ascolatre una Santa, ma io non ho avuto nessun beneficio da quell’incontro. Mi sentivo fuori luogo. Forse mi sono persa qualcosa di importante e forse per questi miei dubbi e incertezze verso la Fede e le apparizioni andrò all’inferno, ma per ora è stato così. La prossima volta chissà! Intanto mi sono lasciata andare ai desideri della Gospa cercando la conversione, la preghiera, la confessione, il digiuno, l’Eucarestia.
E alzando lo sguardo al cielo avrei voluto interrogarla sulla frase: “Se sapeste quanto vi amo piangereste di gioia” –
Teresa d. – Non pensate sia più semplice vivere come se Dio esistesse?