Cava dè Tirreni, 30 dicembre 2020
DOMANI E’ L’ULTIMO GIORNO DELL’ANNO
Un anno che passerà alla storia perchè il destino ha scelto questo tempo per colpire il mondo con la pandemia.
Pure Roma morì
alla fine del suo ciclo,
tutto muore del mondo
sarò terra anch’io
vorrei essere terra fertile.
Teresa d.
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E siccome mi occupo di moda, mi piacerebbe dirvi che poco importa la modalità del festeggiamento, se cenone o ballo, se musica, un film o un libro, sarà comunque in casa e ognuno la sua, ma il capodanno merita il suo look, sarà pure una scusa per acquistare un bel vestito. Ma mi sentirei fuori moda. Io sono consapevole che siamo ancora nel cuore della pandemia, che siamo un’umanità ferita, il bilancio di quest’anno che sta per finire per molti di noi è disastroso non solo sotto il profilo umano ma anche economico. E poi l’ho sempre detto che un abito elegante sarà elegante sempre, quindi divertiamoci ad essere eleganti, se lo vogliamo, con le cose che abbiamo nel guardaroba, e magari solo con qualche accessorio grintoso, anche improvvisato, come un nastro tra i capelli o in vita, di velluto o di raso.
(questo è in taffetà, facile fa fare e anche da fissare, e non solo su un abito luccicoso)
MA CHE IL NUOVO ANNO NON CI TROVI ADDORMENTATI.
O peggio, cullati nelle avversità.
Le cose negative arrivano per smuovere le idee, cercare nuovi modelli di vita e di sviluppo, attuare cambiamenti, fare riflessioni su quello che siamo, che siamo stati, che vorremmo essere. Abbiamo capito, spero, che ci manca la formazione, che la superficilità e il pressapochismo hanno prodotto incompetenze e incapacità. Che siamo personaggi di partito, inquinati dal denaro, incapaci di sincerità, cervelli ammuffiti, gente allineata nei cortei di interessi, un esercito di squali. E si può essere squali, cioè uomini e donne a caccia di grandi successi personali, di vittorie, di primi posti ai vertici, di arricchimenti vari, ma non da raggiungere con l’inganno, non con le frodi. Quest’anno, uniti nell’emergenza, ci siamo sentiti popolo, abbiamo cantato insieme dai balconi, imparato a stare in fila, pregato per le vittime del virus e spero, capito la caducità di ogni cosa, dovremmo imparare anche a vivere accomunati dagli stessi ideali di giustizia.
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Com’è liberante,
certe volte,
evitare inviti
non essere cercata
nascondersi
ai conformisti e al parrucchiere
dare le spalle al mondo,
eremitare.
Teresa d.
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Teresa d. – Attendere il nuovo anno è tradizione, e una scusa per fare festa. Questa volta tutto pare avere un sapore di liberazione, come scrollarsi di dosso una zavorra. Ma l’anno che ci aspetta sarà di transizione e avrà come tema la vaccinazione. Io credo che lo aspetterò in compagnia di Diego Bianchi e Marco D’ambrosio, dal salotto di casa mia, ovvio. E per non sottrarmi alla tradizione (o forse alla voglia di una salutare ubriacatura), alla mezzanotte alzerò un calice di bollicine frizzanti per accogliere i nuovi giorni che verrano. Buon fine 2020 a tutti.